Origini dei festeggiamenti

Il ricordo della festa patronale in onore dei nostri Patroni Erasmo e Marciano si perde nella notte dei tempi e non è certamente semplice riassumere in breve una tradizione che ha le sue origine fin dal IX sec. d.C. quando i gaetani iniziarono a rendere omaggio ai loro Santi con l'ampliamento e l'abbellimento della basilica cattedrale, nonché successivamente nel XVII sec. con la costruzione del prestigioso e artistico "succorpo" dove furono deposte le sacre reliquie. Talmente era sentita la devozione che la stessa cappella, detta anche cripta, era gestita direttamente da rappresentanti incaricati dalla città, denominati procuratori, che poi divennero quattro: due scelti tra i nobili, uno tra i mercanti e l'altro nel popolo.

A questo periodo risale anche il "Breve" di papa Clemente X per la recita dell'Ufficio Divino in onore dei Santi Patroni.

In realtà inizialmente l'antico patrono della città era S. Marciano e solo successivamente il culto di S. Erasmo divenne preminente. Infatti le testimonianze dell'epoca (gli Statuti) ci narrano in maniera dettagliata soltanto della “Festa di S. Erasmo” che si celebrava il 2 giugno, mentre quella di S. Marciano il 14. In seguito nel XIX sec. la Sacra Congregazione dei Riti l’abbinò a quella del 2 giugno. Secondo le cronache sfarzosi erano i festeggiamenti del 2 giugno: in quel giorno l'immagine di Sant'Erasmo era portata in processione per tutta la città, insieme a tutto il clero, ai cori, ai musici, alle confraternite cittadine, alle autorità ed ai fedeli che, con ceri e torce in mano, recitavano insieme litanie e lodi.

La processione, che partiva dalla cattedrale, attraversava tutto il quartiere antico della città, mentre era diffusa l’usanza di donare ceri al Santo Patrono consegnandoli direttamente ai procuratori della cappella. Il giorno seguente si svolgeva un'altra solenne processione arricchita dalla presenza della reliquia del Santo martire, custodita in un artistico reliquiario d’argento a forma di braccio benedicente, ed accompagnata dai canonici della cattedrale, dagli alti prelati, dai religiosi, dalla nobiltà e da tutto il popolo. In quest'occasione erano portati in tripudio le Candule, delle specie di macchine in legno ornate da drappi e ceri, trasportate sui carri dalle singole maestranze della città, come ancora oggi avviene in alcune famose località italiane (Gubbio e Nola).

A ciò si aggiungevano i festoni, le luminarie, così come gli addobbi che abbellivano caseggiati e palazzi. Significativo era invece l'omaggio della guarnigione militare con lo sparo a salve delle batterie della fortezza al passaggio dell'antico simulacro in argento raffigurante il Santo protettore.

Le cronache più recenti ricordano che i riti religiosi si svolgevano al mattino mentre nel dopo pranzo iniziavano gli intrattenimenti per rallegrar i forestieri provenienti dai paesi lontani.

Infatti forte era il richiamo di questa festività che folle di popolani e fedeli provenivano da ogni parte del circondario per assistere alle celebrazioni civili e religiose che offriva loro Gaeta, antica città ducale, e poi nei secoli successivi sede delle più importanti magistrature locali e comandi militari dell'epoca. In occasione di questi sontuosi festeggiamenti si svolgeva anche la celebre “caccia del bufalo” protrattasi fino agli anni sessanta dell'Ottocento.

Si narra addirittura che la sera della vigilia della festa il cielo si illuminava di fuochi artificiali e di altri giochi di luce, nonché del fuoco della “salva reale” della fortezza, mentre il campanile della cattedrale era illuminato da numerose fiaccole.

Insomma eventi eccezionali e sicuramente non comuni alle altre cittadine limitrofe che facevano di Gaeta un punto di riferimento oltre che civile e militare, anche religioso per tutto il comprensorio. Ai giorni nostri la festa patronale si è notevolmente ridimensionata e di queste antiche tradizioni non restano che l'omaggio della città attraverso l’offerta dei fiori e dei ceri ai Santi da parte del Sindaco, e la solenne processione, mentre i festeggiamenti civili si incentrano per lo più su spettacoli musicali di piazza a chiusura dei quali vi è un caratteristico spettacolo pirotecnico.